Le dormeur du val - A. Rimbaud
C'est un trou de verdure où
chante une rivière,
Accrochant follement aux herbes des haillons
D'argent ; où le soleil, de la montagne fière,
Luit : c'est un petit val qui mousse de rayons.
Un soldat jeune, bouche ouverte, tête nue,
Et la nuque baignant dans le frais cresson bleu,
Dort ; il est étendu dans l'herbe, sous la nue,
Pâle dans son lit vert où la lumière pleut.
Les pieds dans les glaïeuls, il dort. Souriant comme
Sourirait un enfant malade, il fait un somme :
Nature, berce-le chaudement : il a froid.
Les parfums ne font pas frissonner sa narine ;
Il dort dans le soleil, la main sur sa poitrine,
Tranquille. Il a deux trous rouges au côté droit.
Accrochant follement aux herbes des haillons
D'argent ; où le soleil, de la montagne fière,
Luit : c'est un petit val qui mousse de rayons.
Un soldat jeune, bouche ouverte, tête nue,
Et la nuque baignant dans le frais cresson bleu,
Dort ; il est étendu dans l'herbe, sous la nue,
Pâle dans son lit vert où la lumière pleut.
Les pieds dans les glaïeuls, il dort. Souriant comme
Sourirait un enfant malade, il fait un somme :
Nature, berce-le chaudement : il a froid.
Les parfums ne font pas frissonner sa narine ;
Il dort dans le soleil, la main sur sa poitrine,
Tranquille. Il a deux trous rouges au côté droit.
Il dormiente
nella valle
É
una verde radura dove canta un ruscello
Che appende pazzamente agli steli i suoi cenci
d'argento; il sole scende dalla montagna altiera
e luccica nel borro che spumeggia di raggi.
A bocca spalancata, a testa nuda, un giovane
soldato, con la nuca nel nasturzio azzurrino,
dorme; sotto le nubi è disteso nell'erba,
bianco nel letto verde su cui piove la luce.
Ha i piedi nei giaggiuoli. Dorme. Sorride come
sorriderebbe un bimbo che sta male. Sonnecchia.
Cullalo tu, Natura, col tuo calore: ha freddo.
I profumi non fanno fremer le sue narici.
Egli dorme nel sole, con la mano sul petto
calmo. Ha due fori rossi, a destra, sul costato.
La guerra di Piero (1964)
Dormi sepolto in un campo di
grano
non è la rosa, non è il
tulipano
che ti fan veglia dall'ombra
dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.
«Lungo le sponde del mio
torrente
voglio che scendano i lucci
argentati,
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla
corrente».
Così dicevi ed era d'inverno
e come gli altri verso
l'inferno
te ne vai triste come chi deve,
il vento ti sputa in faccia la
neve.
Fermati Piero, fermati adesso
lascia che il vento ti passi un
po' addosso,
dei morti in battaglia ti porti
la voce,
chi diede la vita ebbe in
cambio una croce.
Ma tu non lo udisti e il tempo
passava
con le stagioni a passo di
giava
ed arrivasti a varcar la
frontiera
in un bel giorno di primavera.
E mentre marciavi con l'anima
in spalle
vedesti un uomo in fondo alla
valle
che aveva il tuo stesso
identico umore
ma la divisa di un altro
colore.
Sparagli Piero, sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai
esangue
cadere in terra a coprire il
suo sangue.
«E se gli
sparo in fronte o nel cuore
soltanto il
tempo avrà per morire,
ma il tempo a me resterà per
vedere,
vedere gli occhi di un uomo che
muore».
E mentre
gli usi questa premura
quello si
volta, ti vede, ha paura
ed
imbracciata l'artiglieria
non ti
ricambia la cortesia.
e ti accorgesti in un solo
momento
che il tempo non ti sarebbe
bastato
a chieder perdono per ogni
peccato.
Cadesti a terra senza un
lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel
giorno
e non ci sarebbe stato ritorno.
«Ninetta mia, crepare di maggio
ci vuole tanto, troppo
coraggio.
Ninetta bella, dritto
all'inferno
avrei preferito andarci in
inverno».
E mentre il
grano ti stava a sentire
dentro alle
mani stringevi il fucile,
dentro alla
bocca stringevi parole
troppo
gelate per sciogliersi al sole.
Dormi sepolto in un campo di
grano
non è la rosa, non è il
tulipano
che ti fan veglia dall'ombra
dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.