Il seguente testo è tratto da un libro in adozione per le scuole medie, un po' più aggiornato del vostro. A questi appunti suggerirei di affiancare la biografia di Aung San Suu Kyi, di cui si sta parlando tanto in questi giorni. Entrambi i testi costituiscono materiale per l'ultimo argomento relativo all'Asia.
IL
PONTE DELL'ASIA SUD-ORIENTALE
Un
crocevia eccezionale...
Il Sud-Est asiatico è una
regione estesa all'incirca come la metà della Cina e mediamente popolosa che
occupa la parte sud-orientale dell'Asia. I Paesi di quest'area presentano
comuni radici culturali e storiche, problemi analoghi, ambienti naturali
simili. Per immaginare l'eccezionale posizione strategica del Sud-Est asiatico
è sufficiente guardare un planisfero. Si può osservare che:
□ l'area si trova al crocevia tra due
grandi oceani, il Pacifico a est e l'oceano Indiano a ovest;
□
si
trova, inoltre, fra la Cina a nord, l'India a ovest e l'Oceania a sud; a est,
sull'altra sponda dell'oceano Pacifico, vi sono gli Stati Uniti;
□
fanno
parte del Sud-Est asiatico sia penisole unite al continente asiatico sia
arcipelaghi totalmente divisi dal continente; penisole e arcipelaghi si
riconoscono come parte di una stessa macroregione e ciò implica la possibilità
di controllare sia flussi commerciali terrestri che marittimi.
Per la sua posizione, il
Sud-Est asiatico è una via di comunicazione e un ponte naturale unico al mondo.
Il suo ruolo di "terra di mezzo" è diventato ancora più importante
nel XXI secolo. Sfruttando la vicinanza di nuovi grandi mercati, Paesi del
Sud-Est come Vietnam, Indonesia e Singapore crescono a ritmi elevatissimi e
sono ormai temibili concorrenti della Cina.
...con
alcuni problemi da risolvere
Il Sud-Est asiatico deve
affrontare alcuni problemi che ne ostacolano la crescita e rendono in parte
vana la fortunata posizione strategica. La prima difficoltà consiste nel fatto
che alcuni Paesi di questo territorio sono governati da dittature che operano sistematiche
violazioni dei diritti umani. Questo elemento rende difficile e inaffidabile
ogni possibile accordo fra questi Stati.
In secondo luogo, alcuni
Paesi, come Vietnam, Filippine, Singapore e l'isola di Giava in Indonesia
presentano un forte sovrappopolamento. Come conseguenza, le risorse agricole
non sono sufficienti e sono necessarie importazioni di derrate alimentari, ma
soprattutto si rilevano fenomeni di deforestazione e di cementificazione che
mettono a rischio l'ecosistema regionale.
Infine, alcuni Stati del
Sud-Est asiatico si trovano esposti a gravi minacce naturali che si concentrano
in questa parte del pianeta: vulcanesimo, maremoti, terremoti, tifoni. Per
limitare i danni occorre mettere a punto sistemi di allarme e prevenzione tecnologicamente
complessi e costosi, che nel Sud-Est asiatico sono ancora scarsi.
Una
terza via politica
I Paesi del Sud-Est
asiatico hanno fondato, nel 1967, l'Associazione delle nazioni del Sud-Est
asiatico o ASEAN (Association of South-East Asian Nations, vedi carta).
L'associazione è nata come terza via politica, alternativa al comunismo
sovietico e al capitalismo nordamericano. Oggi il suo obiettivo primario è
creare un'area di libero scambio tra i Paesi aderenti, simile alla comunità
europea e in grado di competere con Cina e India. Nel 2007 l'associazione si è
dotata di una costituzione che enfatizza l'importanza del rispetto dei diritti
umani, ma al tempo stesso ribadisce uno dei capisaldi dell'associazione originaria:
la "non interferenza" negli affari interni dei singoli Stati. Ciò
permette ai governi dittatoriali di quest'area (Myanmar, Thailandia) di rimanere
nell'ASEAN, di fatto screditando la regione agli occhi dell'Occidente e
facilitando l'egemonia cinese.
Il link su Aung San Suu Kyi è il seguente
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